Chagam a Decori Vegetali – Misure: 129×43×120

Comparendo all’inizio del XVIII secolo, in un particolare momento di sviluppo socio-economico per gli insediamenti urbani del Tibet, il chagam (credenza o cabinet) diviene presto il pezzo d’arredo ed il principale tipo di contenitore multiuso irrinunciabile, sia nelle abitazioni laiche (di aristocratici, commercianti, artigiani e coltivatori) sia nei monasteri (dai più centrali ai più remoti). Troviamo credenze di tutte le dimensioni, essendo la tipologia di mobilio che più rispondeva alle svariate necessità pratiche di spazio e di utilizzo del proprietario. Sfoggiano sempre una decorazione originale, talvolta spiccatamente simbolica oppure delicatamente realistica, sempre però ispirata all’incredibile patrimonio culturale tibetano, al misticismo del Buddhismo Himalayano ed  all’intramontabile iconografia cinese.

Il meraviglioso chagam che proponiamo ne è un mirabile esempio. Con la sua struttura ad incastri in falegnameria semplice ed un delicato accento rustico, si compone di quattro elementi portanti, detti montanti, posizionati agli angoli del mobile, raccordati tra loro da traverse collocate alla base e alla cima per tutti e quattro i lati, costituendo così un parallelepipedo. Per rendere fruibile lo spazio interno, poi, sono stati inseriti dei ripiani divisori, accessibili tramite comode antine e cassettini frontali, organizzati su tre registri: il primo livello, è costituito da tre ante quadrangolari; il secondo livello, ripropone lo schema del primo, riducendo leggermente le dimensioni delle aperture; il terzo ed ultimo livello, invece, è caratterizzato da due piccoli cassettini centrali, ciascuno affiancato da una formella complementare fissa.

Ad impreziosire il tutto, con un tocco di ricercatezza artistica unica e pregiata, ecco la decorazione. Tutti i pannelli delle dieci formelle frontali ed i rispettivi listelli strutturali  sono stati finemente decorati e dipinti. Le superfici frontali lignee delle ante e dei cassetti  si distinguono per un caratteristico campo a sfondo rosso, ottenuto dal pigmento minerale denominato cinabro (solfuro di mercurio), definito nel suo perimetro da una cornice verde brillante, derivante dall’impiego della malachite come colorante. Infine, un delicatissimo intreccio vegetale di corolle, foglie, steli e tralci dorati illumina tutti i riquadri.  Il carattere spiccatamente ornamentale della scelta tematica figurativa è ulteriormente esaltata dai piccoli dettagli stilizzati che arricchiscono le intelaiature a fondo scuro. L’espediente pittorico che conferisce a questa semplice, quanto raffinata, decorazione un particolare effetto materico, dotandola così di un volume proprio, è la tradizionale tecnica tibetana del kyungbur: un composto a base di gesso, colla, zucchero e olio di semi di lino veniva accuratamente preparato ed applicato con precisione e maestria dallo tsonpa (il decoratore di mobili) per mezzo di un sacco di budello animale, adattato con una punta metallica forata. Il risultato ottenuto è sorprendente: una composizione figurativa in rilievo, dai tratti a linea continua, talvolta completata da punteggiature, ove il gioco di ombre e lumeggiature conferisce profondità e dinamicità alle immagini.

La luce che avvolge questa credenza unica deriva non solo dalle straordinarie scelte realizzative artigianali che l’hanno portata in essere, ma origina soprattutto da quel patrimonio culturale inestimabile che il Tibet custodisce e tramanda, con colori ed emozioni, in opere d’arte così speciali.

Il mobile verrà consegnato insieme al suo certificato di autenticità.
 

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